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Management umanistico

I presupposti:

Nella nuova impresa le persone non sono più «forza lavoro» da dirigere e controllare, e nemmeno un insieme di abilità e di competenze da valutare per impiegarle al meglio, ma si qualificano a tutti gli effetti come una risorsa strategica potenzialmente illimitata.

Compito del management è rendere tale risorsa disponibile.

Un compito per svolgere il quale non bastano più i consueti strumenti di leadership, volti a garantire l’efficienza e l’efficacia di individui e gruppi, ma è necessario da parte del leader stesso un cambio di posizione. Quasi, potremmo dire, di identità, nella misura in cui ciò che gli è richiesto di fare lo riguarda in prima persona e lo coinvolge prima di tutto come uomo, come essere umano ben prima che come ruolo o come funzione.

In questo modo il management si qualifica come via.

Proprio come era una via quella del samurai o del cavaliere. Non soltanto un mestiere – come appunto il «mestiere delle armi» per un soldato di ventura – ma qualcosa di più e di diverso.

Un’occupazione, un’attività, ma anche una scelta di vita. E soprattutto una via di crescita e di perfezionamento, umano e interiore.

Allo stesso modo, nella «via del manager» la capacità di guidare individui e gruppi non si limita a definire un obiettivo o a prescrivere un compito, e nemmeno a fornire i mezzi e i suggerimenti per portarlo a termine, ma significa aiutare le persone a manifestare le loro potenzialità, a superare i loro limiti e a raggiungere un maggiore appagamento nella dimensione che fonde vita e lavoro.

Tutto questo, però, non può essere fatto attraverso un approccio puramente tecnico, né quello del manager può limitarsi ad essere soltanto un ruolo.

Se il nuovo compito del leader è quello di restituire al lavoratore tutto ciò che per la catena di montaggio era inutile o addirittura deleterio – un cervello, un cuore, un’anima – riportando così in azienda persone «intere», allora anche lui non può che tornare a essere una persona «intera», e a farsi carico, in primo luogo e integralmente, della propria umanità.

(da "Lean philosophy. Dallo zen al metodo Toyota per una nuova cultura d'impresa")

    Principi, competenze, strumenti:

    • Il ruolo del leader nella nuova impresa
    • "Essere" leader e "fare" il leader
    • Il rispetto per le persone
    • La fiducia nelle potenzialità degli esseri umani
    • La vision e la motivazione basata sui valori
    • "Estrarre l'ingegno": l'approccio maieutico
    • I principi del coinvolgimento
    • La responsabilizzazione
    • L'esempio
    • Il rigore (e le differenze fra autorità e rigore)
    • Credibilità e affidabilità
    • I limiti dell'incentivazione economica e i nuovi strumenti motivazionali